Striscione minaccioso. E' nuova rabbia ultrà.

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Droopy‚‚ el Perro«
view post Posted on 26/7/2010, 20:39




"A chi se ne deve andare ma vuole restare, un anno d'inferno faremo passare", così recita una scritta esposta nel pomeriggio a Varese. Nel mirino i giocatori che puntano i piedi, su tutti Camoranesi, Poulsen e Grosso

VARESE - Ci risiamo. Dopo un paio di mesi di calma apparente riesplode la contestazione dei tifosi juventini. "A chi se ne deve andare ma vuole restare, un anno d'inferno faremo passare". Lo striscione esposto nel pomeriggio a Varese è firmato da tre gruppi ultrà: Viking, Tradizione e Bravi Ragazzi. La rima è baciata ma il contenuto è un pugno in faccia. Il bersaglio della protesta sono i giocatori che hanno ingaggiato un braccio di ferro con la società. Quelli che puntano i piedi e rifiutano di lasciare Torino: su tutti Camoranesi, Poulsen e Grosso.

L'italoargentino ha declinato l’offerta dell’Olympiacos, il danese ha detto no a diversi club turchi (Fenerbahce, Galatasaray, Besiktas), mentre il terzino sinistro non avrebbe accettato l’ipotesi Atletico Madrid. Le cessioni dei loro cartellini non porterebbero grandi guadagni alle casse bianconere, ma senza i loro ingaggi da Paperoni la Juve risparmierebbe un bel gruzzolo, quantificabile in oltre 12 milioni di euro. Camoranesi, infatti, guadagna 3 milioni a stagione (fino al 2011), Poulsen 3,3 (fino al 2012) e Grosso 1,5 (fino al 2012).

Nel mirino ultrà potrebbe tornare presto anche Zebina (2 milioni fino al 2011), rimasto a Torino ufficialmente per sottoporsi a un programma di riatletizzazione presso un centro specializzato. Ma dopo gli episodi della stagione passata, quando il difensore parigino fu insultato e addirittura schiaffeggiato dai suoi stessi tifosi, la sua partenza sembra scontata (Aek Atene e Panathinaikos
se lo contendono). Lo striscione non è stato accompagnato da cori polemici e fischi. Anzi, i tifosi bianconeri hanno dedicato applausi ad alcuni giocatori che fino a un mese fa erano candidati a partire. Tra questi Diego, Trezeguet (l’ultima offerta per il francese arriverebbe dal Valencia) e Felipe Melo, al suo primo giorno di Juve.

La palla ora passa a Marotta che sta faticosamente provando a sfoltire la rosa extra-large consegnata a Delneri. A oggi, l'unica cessione è quella di Molinaro allo Stoccarda. Il dg bianconero dovrà mediare e usare tutta le capacità diplomatiche che gli sono valse il soprannome di Kissinger. "Un grande dirigente va giudicato non per quello che sa comprare ma per quello che sa vendere", così parlò Boniperti. Sembrava che il ritorno alla presidenza di un Agnelli, Andrea, 48 anni dopo
suo padre Umberto, potesse placare la rabbia ultrà, figlia di una stagione da scomunica. Ma i cori stonati del 29 maggio scorso, in occasione del 25°
anniversario della tragedia dell’Heysel, e lo striscione minaccioso esposto oggi a Varese testimoniano che la spaccatura tra il club bianconero e le falangi più estreme del suo vasto popolo non è ancora stata saldata.

la repubblica.it
 
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